In tv vediamo sempre anziani super attivi, performanti. La nostra società invece vede un progressivo invecchiamento della popolazione, una progressiva riduzione dei servizi pubblici. Esiste un’epidemia di cui in pochi parlano, che è quella della solitudine. Sempre più gli anziani, le persone disabili, quando perdono la capacità di muoversi restano confinate nei propri appartamenti e nelle proprie case. Le reti familiari si riducono, una società sempre più individualista rendono laceranti e pericolose queste solitudini. Un lavoro del CNR pubblicato nel 2017 evidenzia come la combinazione di allenamento cognitivo ed esercizio fisico sia efficace nel ridurre il declino cognitivo e la perdita di volume della materia grigia. I parametri cognitivi migliorano se l’allenamento avviene in un contesto sociale.
Il nostro ruolo, quello del volontariato, diventa sempre più importante, ma non basterà. Le persone andranno in pensione sempre più tardi, il trend dell’invecchiamento, la fuga dei giovani all’estero impone anche alla politica una maggior attenzione al fenomeno della solitudine.